Applicare adeguatamente il principio di materialità diventa fondamentale per le imprese del Made in Italy e della distribuzione che vogliono comunicare la propria sostenibilità, senza scadere nel greenwashing.
Gli accordi internazionali e le disposizioni europee e nazionali per la rendicontazione volontaria richiedono alle imprese un maggior impegno nel proprio processo di innovazione sostenibile, coordinando le competenze tecnico scientifiche con la governance aziendale. Di recente, è stata approvata la Direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive che sostituisce la Direttiva del 2014 n.95 e mira a ridurre ed eliminare il fenomeno del greenwashing, ad assicurare una maggior trasparenza e rafforzare l’impronta sostenibile. Le aziende europee interessate obbligatoriamente (imprese di media e grandi dimensioni con più di 250 addetti) alla redazione del report sono 45.000 (0,2% del totale), di cui 4.187 italiane. La Direttiva CSRD indirettamente coinvolge anche le imprese che fanno parte delle filiere interessate. Infatti, l’impresa obbligata può richiedere loro di fornire e condividere con la stessa, informazioni specifiche relative agli indicatori di sostenibilità utili alla redazione del report. Negli standards per la redazione del report vengono illustrati i Principi di rendicontazione, tra cui il Principio della Materialità secondo il quale si determinano i temi rilevanti dal punto di vista ambientale, sociale e agli stakeholders che devono essere considerati aspetti necessari ai fini della rendicontazione. Nella valutazione di materialità vengono combinati i fattori interni con i fattori esterni aziendali da utilizzare per determinare gli impatti “significativi”, ovvero quegli impatti tanto importanti da richiedere una partecipazione attiva da parte dell’organizzazione.
Fonte: Elaborazione Forethinking su dati GRI 101_Principi di rendicontazione
Chiaramente, come il contenuto dei report può evolversi nel tempo, anche la rilevanza rispetto determinati temi da parte dei fattori considerati può variare, presupponendo, quindi, la necessità di un periodico processo di analisi che deve essere dimostrato all’interno del report.
Le quattro fasi da seguire
In linea di massima, possiamo identificare quattro fasi:
- Definizione dell’universo dei temi;
- Coinvolgimento degli stakeholders;
- Analisi dei risultati ottenuti;
- Convalida dei risultati.
Materialità come strumento competitivo
La materialità non è più uno strumento volto alla sola attività di rendicontazione, ma un vero e proprio strumento competitivo con una sua valenza strategica che può far acquisire alle imprese del Made in Italy consapevolezza nel mercato ed una spiccata sensibilità dei trend futuri. Secondo la purpose aziendale, le aziende possono decidere di: – considerare gli aspetti sociali e ambientali come una componente dei rischi aziendali da gestire e monitorare nel tempo, riducendo al minimo il proprio impegno rispetto agli aspetti sociali e cambiamento climatico; – riconoscere il tema della sostenibilità come un’opportunità competitiva da cogliere e da integrare nelle strategie di sviluppo dell’impresa.
Purtroppo però l’esperienza evidenzia che le PMI in Italia faticano a concepire, al momento, la sostenibilità come leva strategica per la gestione d’impresa. Inoltre, laddove vi siano PMI con una spiccata sensibilità su questo tema, esiste la probabilità che queste non adottino strumenti di gestione e controllo d’impresa compatibili con le dimensioni economiche della stessa.
Secondo ConsumerLab, nel 2021 poco più di 1000 sono le imprese che redigono il report rispetto al 20% delle comunicazioni pubblicitarie che trattano di sostenibilità; comunicazioni, dunque, spesso non concrete e dimostrabili, che forniscono informazioni inutili, confondendo le idee ai consumatori, di cui solo una minoranza è sufficientemente consapevole del vero concetto di sostenibilità nelle sue diverse dimensioni.
Pertanto, un approccio orientato all’opportunità per integrare la tematica della sostenibilità è necessario per capire il posizionamento dell’organizzazione rispetto al nuovo paradigma sociale e di mercato, e per far leva sulla pianificazione strategica per il cambiamento che avrà alla base una nuova vision, l’innovazione ed infine una comunicazione aziendale coerente con il contenuto. Per tale approccio, bisogna sviluppare nuove competenze e organizzare team interdisciplinari con risorse interne e figure professionali esterne.
Sustainability Makers ha rilevato che il 74% delle aziende e delle società di consulenza incrementeranno entro il 2023 l’organico con competenze di sostenibilità in relazione alla forte domanda di risorse che opereranno su questa transizione che caratterizzerà il sistema produttivo italiano. Ad oggi, però, i professionisti interni ai gruppi di lavoro provengono da esperienze precedenti nel campo del marketing e delle vendite, della comunicazione e delle risorse umane, quando in realtà è necessario integrare nei piani di innovazione risorse provenienti anche da ambiti scientifici.
Il metodo ForethinkingⒸ e la materialità
In linea con quanto detto, il percorso supportato dal Metodo ForethinkingⒸ prevede un team misto che comprenda anche chimici, esperti di scienze ambientali, designers industriali per avere un management che integri competenze scientifiche nelle strategie aziendali adatte alle nuove sfide del nuovo paradigma economico e sociale. Questa posizione va oltre la mera “compliance” rispetto ai requisiti selezionati dagli standard, mirando ad intraprendere un reale percorso di innovazione per la sostenibilità, soprattutto con le 23.831 medie imprese italiane, che hanno un potenziale di reattività alto e che vogliono cogliere la possibilità di crescere di dimensione e l’opportunità di conoscere il nuovo linguaggio della sostenibilità utile per la competitività presente e futura, oltre che per la comunicazione. Anche la formazione risulta necessaria affinché l’impresa si doti di un know-how per il perseguimento della crescita sostenibile.
Un valido percorso formativo verrà svolto presso il Dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’Impresa di Bari in collaborazione con Forethinking Srl SB dal titolo Short Master “L’impresa responsabile: nuovi strumenti e competenze per la sostenibilità”.
Autore: Stella Angiulli, Tirocinio di formazione e orientamento Forethinking Srl Società Benefit e Dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’Impresa, Università degli Studi “A. Moro” Bari, Corso di laurea Innovazione, Governance e Sostenibilità
Tutore accademico: Prof. Giovanni Lagioia
Sotto la supervisione di Fabrizio Baldassarre, Professore associato di Gestione dell’Innovazione
Azienda: Forethinking Srl Società Benefit
Tutore aziendale: Dott. Gennaro Durante, Founder Forethinking Srl SB
Per saperne di più: info@forethinking.com
Bibliografia
- (2021). Tratto da https://www.consumerlab.it/ricerca-sostenibilita-alla-sbarra/
- Durante, G. (2021). Transizione ecologica, il percorso dell’impresa consapevole. Milano: Tecniche Nuove Editore.
- Gazzetta Ufficiale. (2022, 12 16). EUR-Lex. Tratto da eur-lex.europa.eu: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32022L2464&from=EN
- Global Reporting Initiative. (s.d.). Tratto da globalreporting.org.
- (2020). Tratto da dati.istat.it: http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=20771#
- (2022). Rapporto Sdgs 2022: Informazioni statistiche per l’agenda 2030 in Italia (P. Ungaro, A cura di) Tratto da https://www.istat.it/it/archivio/275718
- Sustainability Makers – the professional network. (2022). La governance della sostenibilità: esperienze e sfide in atto (Prima edizione ed.). (M. Minciullo, M. C. Zaccone, & M. Petrini, A cura di) Milano: Egea S.p.A. Tratto da https://www.sustainability-makers.it/wp-content/uploads/2022/07/ebook-SM-La-governance-della-sostenibilita.Esperienze-e-Sfide-in-atto.pdf
- Sustainability Makers – the professional network. (2022). Sustainability Career Compass, Le professioni della sostenibilità: sviluppo e opportunità di carriera. (E. Cattolica). Tratto da https://www.sustainability-makers.it/wp-content/uploads/2022/09/Sustainability-Career-Compass_Report.pdf