Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea (UE) includono il limitare il surriscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali. Questo obiettivo è stato stabilito principalmente per limitare i danni ambientali causati dai cambiamenti climatici.
Per raggiungere tale obiettivo, le imprese stanno mettendo in atto diverse strategie, più o meno efficaci. Tra queste, vogliamo metterne a confronto due, l’ecodesign e la compensazione di CO2.
Per crediti di carbonio (carbon credit) s’intende un’autorizzazione negoziabile, e quindi acquistabile dalle aziende, a emettere una tonnellata di CO2. La strada della compensazione prevede diversi step:
- IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO DI COMPENSAZIONE: viene istituito un progetto per mitigare il riscaldamento globale. Vi sono molteplici progetti che impediscono il rilascio di gas serra, ma non sono finalizzati a rimuovere il carbonio dall’atmosfera.
- CALCOLO DEI CREDITI: i crediti di carbonio vengono calcolati con differenti metodi, evidenziando la differenza tra ciò che accade e ciò che potrebbe accadere, in termini di crediti.
- L’AZIENDA METTE IN ATTO UNA STRATEGIA NET ZERO: le aziende calcolano le emissioni prodotte ogni anno dalle loro attività. Di conseguenza, per raggiungere l’obiettivo net zero, insieme al tentativo di ridurre le emissioni di CO2, alcune di esse decidono di acquistare compensazioni di carbonio.
- L’AZIENDA CERCA I CREDITI DI CARBONIO: alcune aziende ottengono i crediti di carbonio attraverso un broker speciale, altre fanno riferimento direttamente a progetti. La maggior parte delle compensazioni è approvata da Verra e da Gold Standard. I crediti in questione vengono utilizzati per compensare le emissioni, consentendo di dichiarare sostanziali riduzioni nette.
- L’IMPRESA FA RICHIESTA DI RISARCIMENTO DEL CLIMA: una volta che l’azienda ha calcolato la quantità di carbonio che vuole compensare, acquista la quantità equivalente in crediti. Molti dichiarano poi che l’azienda o il prodotto che vendono sono diventati neutri dal punto di vista delle emissioni di carbonio.
Presa consapevolezza della problematica situazione climatica in cui riversa il Pianeta, questo mercato nasce come strumento, nelle mani delle imprese, per sopperire alla propria impronta ambientale (o carbon footprint).
Tuttavia, è importante notare che la compensazione di CO2 non dovrebbe essere vista come una soluzione definitiva per affrontare il cambiamento climatico, tantomeno come strumento per una comunicazione ingannevole per il consumatore circa la neutralità dei prodotti (vedi regole del green claim europeo).
Al contrario, è fondamentale ridurre direttamente le emissioni di carbonio attraverso l’efficienza energetica, l’adozione di energie rinnovabili, la riduzione del consumo di combustibili fossili e, sopra ogni cosa, riduzione dello spreco dei materiali di origine fossile.
Uno dei metodi utili a ridurre in maniera efficace le emissioni di CO2 è l’ecodesign. Quando parliamo di ecodesign, facciamo riferimento a “integrazione sistematica degli aspetti ambientali nella progettazione del prodotto al fine di migliorarne le prestazioni ambientali nel corso dell’intero ciclo di vita” (Direttiva quadro sui rifiuti, 98/2008/CE).
Dal punto di vista pratico, si intende realizzare prodotti e servizi ecosostenibili a ridottissimo impatto ambientale, per cui gli step da seguire in questo caso sono i seguenti:
1) l’azienda valuta con strumenti scientifici (LCA/screening chimico) qual è l’impatto dei propri prodotti/servizi e di tutta la filiera di produzione, compreso il fine vita dei prodotti;
2) individuati i punti critici di impatto, ricerca e sperimenta nuove soluzioni per azzerare e ridurre l’impatto dei propri prodotti/servizi;
3) l’impresa realizza un nuovo prodotto/servizio a impatto quasi zero con strumenti e processi di “eco-design”;
4) comunica i risultati del proprio impegno e la dichiarazione ambientale, con verifica di parte terza, del nuovo prodotto/servizio o dei miglioramenti in progresso (questo è l’EPD – Environmental Product Declaration).
COS’È IL METODO FORETHINKING© E PERCHÉ PUÒ ESSERE UTILE IN OTTICA DI ECODESIGN
L’innovativo “Metodo Forethinking©” comprende competenze integrate per guidare le imprese nei processi d’innovazione per la ecosostenibilità; market focus su opportunità di innovazione e sviluppo nuovi prodotti ecosostenibili, analisi degli aspetti ambientali critici per la riprogettazione dei prodotti/servizi (Hotspots ambientali Life Cycle Assessment), ecodesign assistito da modello parametrico LCA e screening chimico/strutturale dei materiali, ricerca nuovi materiali, finanza per l’innovazione, design industriale e ricerca.
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